Spot pubblicitari: Cepu Salerno

Centro Studi Cepu Salerno torna on air sulle tv locali con la nuova campagna pubblicitaria realizzata dall’agenzia Kynetic.
Fino alla fine di Aprile lo spot tv si alternerà a una pianificazione radio, ad una campagna affissioni e una strategia social improntata a far emergere la professionalità e la serietà del metodo di studio Cepu in modo particolare nella preparazione al superamento degli esami universitari.

Lo spot tv si sviluppa attraverso un montaggio lineare che mette in scena una sorta di staffetta tra i tutor più rappresentativi e “comunicativi” della sede di Salerno che raccontano le più importanti peculiarità del metodo di studio Cepu.

Alessia Troisi, responsabile didattico di Cepu Salerno, ha così commentato l’esperienza del tutto nuova di utilizzare i tutor presenti in sede come attori dello spot tv – “Abbiamo realizzato uno spot con persone vere, nella sede di Salerno di Cepu, per far vedere come lavoriamo tutti i giorni con i nostri studenti per raggiungere l’obiettivo di fargli acquisire il nostro metodo di studio e una preparazione culturale seria che rappresenta le solide fondamenta per affrontare con serenità il percorso di studi universitari o i test di accesso ai diversi corsi di laurea”.

Martin Finnigan, the Rainband, a Bologna per sostenere la Fondazione Simoncelli

Buon Compleanno SicEnrico Festa, senior account di Kynetic, intervista Martin Finnigan, voce e leader dei  The Rainband, in occasione della sesta edizione del “Buon compleanno SIC” tenutosi a Bologna lo scorso 19 Gennaio.

Al grand Hotel Elite di Bologna ad accogliermi c’è Martin Finnigan, voce e leader dei  The Rainband, da Manchester, nonché ambasciatore in Gran Bretagna della Fondazione Simoncelli.
Martin è a Bologna per esibirsi al teatro “Il Celebrazioni” in occasione della sesta edizione del “Buon compleanno SIC”, evento presentato dal comico Sergio Sgrilli, direttore artistico della manifestazione e grande amico di Marco Simoncelli, con cui il campione delle due ruote anni fa avrebbe proprio voluto organizzare una festa di compleanno.

Enrico Festa: ciao martin, grazie per essere con noi e bentornato in italia. Noto che ti piace tanto…
Martin Finnigan: si, devo dire che ho un grande feeling con il vostro paese. Probabilmente tutto nasce nel 2012, anno in cui abbiamo avuto la possibilità di supportare i Simple Minds nel loro tour italiano.. ricordo con grande piacere le tappe di Milano, Modena, e come non citare l’evento rock in Rome…
Sono stati tutti grandissimi concerti. Si, credo proprio che la nostra storia d’amore con l’Italia nasca con questo tour.

E.F.: e il legame con l’Italia si rafforza grazie al tuo ruolo di ambasciatore in Gran Bretagna per la Fondazione Simoncelli! Come ha avuto inizio questo legame?
M.F.: siamo sempre nel 2012. Tutta la mia famiglia segue da sempre la MotoGP con grande passione. I miei nipoti Jack e Rocco, mio cognato Matthew, sono pazzi per questo sport, ed erano grandi fun di marco. All’epoca dell’incidente i miei nipoti avevano solo 5 e 6 anni. Non avevao mai elaborato un lutto, non avendo ancora vissuto l’abbandono di un congiunto.. e mi è rimasta impressa una domanda del piccolo Rocco: perché marco non ci sarà nel prossimo grand premio?!
Questa è la triste storia della vita. Così in modo spontaneo mi venivano alla mente parole in sequenza, un motivo, ed ho iniziato a scrivere…eravamo già stati scritturati per una tappa della moto GP. Ma mio cognato Matt insisteva, avrei dovuto contattare la famiglia Simoncelli e chiedere il loro permesso per esibirci a Silverstone. Pur essendo uno sportivo, la cosa mi spaventava e non avevo idea di come fare. Ho provato per tantissimo tempo. Finalmente sono riuscito dopo circa due mesi ad avere la possibilità di un incontro a Riccione, dove ho conosciuto papà Paolo e la Kate.

La canzone è piaciuta al primo ascolto. Ovviamente i proventi derivanti dalla vendita del brano sarebbero andati tutti alla Fondazione Simoncelli. Da quel momento ho avuto la fortuna di essere apprezzato dalla famiglia Simoncelli al punto di essere incaricato come ambasciatore in UK della Fondazione.

E.F.:  qual è stata la iniziativa organizzata in Gran Bretagna di cui vai maggiormente fiero?
M.F.: ad onor del vero sono tante le iniziative poste in essere in Inghilterra e dintorni. Marco è amato ovunque, non solo da voi in Italia. Il suo carisma, la sua classe sono apprezzate ed osannatae ovunque. È stato piuttosto semplice attirare la attenzione degli sportivi e dei fan della motogp e non solo. Il mio ruolo è stato agevolato in questo. Citerei come iniziative il motoraduno fatto a Londra con più di 500 partecipanti. O la raccolta fondi per la chitarra donata da Paolo Nuitini. O ancora eventi più classici come organizzazione di cene. Una serra abbiamo raccolto oltre 10mila sterline. È un grande onore per me rappresentare la fondazione, e tengo molto di più a questo incarico che non ad essere il front leader dei Rainband.

martin-finnegan-therainbandE.F.: cosa pensi di porter organizzare in Inghilterra par la fondazione nel 2017?
M.F.: siamo sempre attivi per realizzare il principale obiettivo della fondazione che ricordo essere la costruzione a Coriano di una struttura di accoglienza per ragazzi disabili. La cosa più bella da dire è che i lavori sono iniziati da tempo e sono a buon punto. Marco è stato sempre attento e vicino ai ragazzi meno fortunati, sempre in prima linea per sostenere varie iniziative a riguardo. I suoi amici di Coriano avevano pensato ad una statua come tributo, mamma Rossella ha preferito dare vita ad un progetto di più ampio respiro ed utilità sociale. E questo è stato un gesto stupendo di amore per la vita, una grande lezione per tutti, per me!

E.F.: al “buon compleanno Sic 2017” , al teatro “Il Celebrazioni” di Bologna, Martin Finnigan proporrà due pezzi. “Rise again”, nota canzone adottatata dalla Fondazione, e la nuova Love ot War, canzone ufficiale del Natale 2016 di Virgin Radio, con la direzione di Dj Ringo. Da dove nasce questo feeling con Ringo e Virgin Radio? E cosa bolle in pentola per i Rainband?
M.F.: ho incontrato il caro Ringo perché già Marco era un assiduo frequentatore di Virgin Radio, specie dopo ogni gara della motogp.
Così è stato naturale incontrare Ringo, spiegare il nostro progetto, e questo ci ha dato la opportunità di conoscerci sempre di più. L’amicizia è nata spontanea, bella, leale, pulita, disinteressata. Ringo è davvero una persona speciale, benvoluta non a caso. Ringo ci ha dato sin da subito grande spazio, e diciamola tutta, il sound dei Rainband lo ha colpito favorevolmente. Già col pezzo Rise again ci diede grande visibilità, con una grande presenza nella rotazione dei brani su Virgin. Poi per il 2016,  ci ha chiesto di scrivere il pezzo di Natale per la compilation Xmas in Rock volume 2., che è diventato il pezzo ufficiale della radio.
Il nostro secondo album (satellite sunrise, ndr)  sarà accompagnato da un tour, con alcune tappe anche nel vostro paese.. sicuro saremo al Mugello in occasione della tappa della moto GP, poi ci saranno date a Milano e altre in via di definizione.

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The Rainband sono in una fase cruciale: stiamo trovando il nostro suono caratterizzante, un suono che definisco eclettico, non necessariamente tipico del rock classico. Veniamo da Manchester, inevitabile non subire influenze da band come Joy Division, New order, Oasis, stone roses… ma io penso che, pur essendo cresciuti con grandi ispirazioni, stiamo percorrendo una strada tutta nostra, ed i pezzi che scrivo ritengo siano di respiro internazionale. Oggi viviamo tempi difficli, i recenti eventi scuotono le coscienze, incutono paure e timori, a volte anche ansia, basti pensare alla brexit, alla incognita trump, ai tanti conflitti irrisolti e dimenticati, alla volgarità diffussa… ma c’è una possibilità, io vedo speranza, ci sono persone che ci credono, che sono esempi con le loro azioni, e la fondazione Simoncelli, ad esempio, ne è una prova concreta. Il secondo album dei Rainband è la celebrazioner della vita, del suo messaggio positivo, di speranza, rispetto al primo lavoro della band, più focalizzato ad osservare ciò che accadeva intorno a noi.

E.F.:  hai accennato a qualche data dal vivo. Come possiamo restare connessi con voi per sapere altri concerti live?
M.F.: si, confermo che sarempo in Italia sia al Mugello che ad Acciaroli, nel Cilento,  per un festival.  Spero di vedervi in tanti. Comunicheremo altre date con puntualità sul nostro sito www.therainband.co.uk , dove i curiosi, gli amanti della musica potranno leggere anche altre curisità sempre targate The Rainband.

Enrico Festa: Martin, è stata una bella chiacchierata. Grazie per la tua disponibilità. Ci avevano parlato di un ragazzo alla mano, molto spontaneo, positivo. Tutto confermato.
Martin Finnigan: grazie a voi per aver trovato il tempo per me e per presentarvi i nostri progetti. E poi, insieme siamo più forti!

Intervista rilasciata in esclusiva ad Enrico Festa per Kynetic. Riproduzione anche parziale non autorizzata.

Vinton Gray Cerf e il segreto della Silicon Valley

Vint CerfVinton Gray Cerf, noto anche come Vint Cerf (New Haven, 23 giugno 1943), è un informatico statunitense. È conosciuto come uno dei “padri di Internet” insieme a Bob Kahn, con cui inventò il protocollo TCP/IP.
Attualmente è VP di Google.

Ho letto un’interessante intervista a Vint Cerf, non sul protocollo TCP/IP o su Google, ma su un aneddoto che ci può far capire come le sole differenze culturali e sociali sono in grado di far emergere opportunità anche da esperienze negative come può essere il “fallimento di un progetto o di un’azienda”.

Vint Cerf racconta di un incontro avuto con Tony Blair, invitato da Cisco con una decina di protagonisti dell’ICT Usa.

Blair fece una sola domanda: <<Come posso importare il modello della Silicon Valley a Londra?>>.

A questa domanda rispose Steve Jobs: <<C’è una cosa che abbiamo tutti in comune: il fallimento di almeno una delle nostre attività>>.

Negli Stati Uniti il fallimento è visto come un’esperienza, non un errore.

Non è come nel resto del mondo e specialmente in Europa (ed io aggiungo in Italia), dove il fallimento di un progetto, di una start up, di un’azienda è considerato un grave errore che marchia per sempre negativamente i protagonisti di quella vicenda.
Il fallimento quindi viene visto come un’opportunità per imparare dai propri errori.
Non si lascia andare in malora un progetto o un’azienda in fallimento senza analizzare i dettagli, annotare in report approfonditi cosa è andato storto e come si è cercato di risolvere i problemi.

In Italia invece, proprio la paura del fallimento genera anche un altro aspetto ancora più negativo: l’immobilismo totale.
Gli investitori pubblici e privati non finanziano le start up, le aziende, i progetti innovativi, perchè è insito e strutturale nel nostro sistema il timore, la paura del fallimento, visto come l’errore assolutamente da non commettere tanto che non si da proprio la possibilità di iniziare un percorso se le fondamenta del progetto non sono solidissime, sicure, inattaccabili.
Non si rischia mai, perchè fallimento significa morte.
Non si rischia mai e quindi raramente assisteremo in Italia alla nascita di aziende come Apple, Google, Facebook. Questo a parità di capacità imprenditoriali, di preparazione professionale e conoscenza.

Per fortuna la globalizzazione ci offre un’opportunità importantissima: ricercare altrove l’opportunità di “fallire” o meglio di intraprendere sentendoci liberi anche di fallire.

Non in Italia.

Solo il 34% delle aziende italiane ha un sito web

Quante volte ci capita durante una ricerca online di raggiungere una pagina web di un’azienda e trovare il cartello “in costruzione” oppure di accorgerci che il sito internet non esiste? Nell’era del “sempre connessi”, del commercio elettronico, dei social network e’ sconcertante apprendere che il 78% delle Pmi italiane possiede un computer ma appena il 34% ha un proprio sito e solo 3 piccole e medie aziende su 10 utilizzano il commercio elettronico come canale addizione di vendita e acquisto. E’ quanto reso noto da Google, in occasione della tappa fiorentina di ‘Eccellenze in digitale tour‘, il road show promosso da Google e Fondazione Symbola, che mira a valorizzare il Made in Italy, aiutando le aziende a digitalizzarsi per accedere e competere con più facilità sui mercati internazionali.

Come spiegato da Diego Ciulli, senior policy analist di Google ed ospite della scorsa edizione di BTO, “dobbiamo far ancora scoprire alle Pmi la cultura del web. Viviamo ancora in una cultura dominante mentre internet è oggi l’infrastruttura su cui si muove tutta l’economia globale. Il mondo ha letteralmente fame di Made in Italy. Su Google lo scorso anno le chiavi di ricerca on line collegate al Made in Italy sono cresciute del 12%. Molto spesso i consumatori cercano il Made in Italy su internet ma non lo trovano”. Google, ha spiegato, “ha perciò deciso di essere la realtà che aiuta le imprese italiane a cogliere le opportunità del mondo digitale con una serie di iniziative ad hoc, a partire da una piattaforma virtuale in cui far scoprire le eccellenze dell’alimentare e dell’artigianato italiano, oltre a un bando per formare giovani digitalizzatori che aiuteranno le imprese in questa direzione”.

Pasquale Petrillo founder e direttore di Ulisseonline.it

Ulisseonline.it quotidiano online
Dopo un paio di mesi dal lancio ufficiale del quotidiano on line intervistiamo Pasquale Petrillo giornalista, fondatore e responsabile editoriale di www.ulisseonline.it realizzato dalla Kynetic.

La prima domanda cui tocca rispondere è perché Ulisse?

Pasquale Petrillo: “La risposta è semplice e complessa allo stesso tempo.

Ulisse, perché non abbiamo voluto limitare questo giornale ad un territorio. Sia chiaro, questo giornale è legato alla città, Cava de’ Tirreni, e alla provincia, Salerno, in cui nasce e opera. Tuttavia, lo strumento digitale consente di vivere in spazi aperti, in città senza mura, in piazze senza confini. In breve, essere cittadini del mondo e navigare, come Ulisse, mari sconosciuti, lontani dalla domestica, periferica, ma pur sempre ambita Itaca, che è dentro ciascuno di noi.

Ulisse, perché questo eroe della mitologia greca è, tra le altre cose, la personificazione del coraggio e della curiosità. E’ colui che non si ferma davanti agli ostacoli e alle apparenze. E’ colui che si ingegna, che cerca di capire, di rielaborare. Non a caso, Dante, nel ventiseiesimo canto dell’Inferno, gli attribuisce alcuni dei suoi versi più famosi:  «Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza».

Bene, come insegna Bauman, in una società sempre più liquida -in cui le nuove tecnologie e i social media hanno inaugurato l’epoca della comunicazione istantanea- e post-moderna -dove l’era della rivoluzione digitale porta con sé il rischio sempre più consistente da un lato di una “superficializzazione”  dell’informazione e della conoscenza, dall’altro un impoverimento della competenza linguistica e più in generale culturale- il mito, o se si preferisce, il format comportamentale di Ulisse può tornaci utile, oltre a risultare quanto mai attuale.

In altre parole, Ulisse perché nel mare magnum di post e di tweet, di tag e hashtag, vogliamo ancora sforzarci di conoscere, approfondire, riflettere, andando oltre l’istantaneo, il labile, il liquido.

Con questo spirito, cercheremo di realizzare una rivista online indipendente di approfondimento sui temi della politica, del lavoro, dell’impresa, delle professioni e della società. In questa ottica, daremo molto spazio al mondo che produce, che crea sviluppo e occupazione, che progetta e non sta a guardare, che rischia di suo e non vive di speculazione e parassitismo.

L’obiettivo è quello di fare del giornale uno strumento di dialogo con i cittadini, ma anche di incontro, di confronto, di fermento.

Per questo, il giornale punta ad essere agile, semplice, chiaro, leggibile anche graficamente, arricchito da un adeguato corredo fotografico.

Articoli brevi, approfondimenti per comprendere quello che c’è dentro le notizie.

Riflessioni per capire quello che c’è dietro le notizie.

Commenti per interpretare le notizie.

Riserveremo soprattutto spazio ai problemi, ai bisogni, alle speranze della gente, in particolare dei giovani.

E con lo sguardo vigile su ciò che accade fuori dalla città, per evitare di rinchiudersi negli angusti orizzonti del proprio campanile, cercando così di sfruttare al massimo le eccezionali potenzialità e opportunità che offre il mondo dell’informazione digitale.

Ci assumiamo l’impegno, quindi, di portare avanti il nostro progetto con la massima professionalità possibile e la dovuta onestà intellettuale, nella convinzione che il giornale possa e debba costituire uno strumento utile per concorrere al cambiamento, all’innovazione, allo sviluppo, alla qualità, al merito.

Nel limite del possibile, cercheremo di produrre non il solito e stereotipato giornale di denuncia, ma di contenuti e di proposta, che dia voce a chi non ne ha o ne ha poca.

Un giornale, infine, sostenitore della politica del cambiamento, dell’innovazione, dello sviluppo, della qualità, in contrapposizione a quella dell’incultura, della conservazione, della mediocrità, dell’inefficienza.

Con queste prospettive, chiediamo in particolare ai giovani, ma anche ai professionisti, a chi fa impresa e a chiunque abbia a cuore il destino della nostra società, di collaborare, di dare indicazioni e suggerimenti. In altri termini, di dare il loro contributo, anche attraverso il nostro nuovo giornale, alla costruzione di un avvenire migliore e più sereno.

Queste le nostre scelte di fondo, che poggiano su una convinzione antica e radicata: la funzione primaria di una classe dirigente è quella di mostrare capacità di proiettare verso il domani le scelte del presente, nella consapevolezza che il futuro è il tempo per eccellenza della politica.

E se è vero che ogni politica per essere attuata ha bisogno di una classe dirigente, è ancora più vero che quest’ultima è formata non solo dai politici, ma anche dai professionisti, dagli operatori dell’informazione, dal mondo della cultura e delle arti e così via. In breve, dai vari soggetti che animano la comunità, anche solo con la rappresentazione di istanze ed interessi.”